La Polizia Locale nel limbo, tra follie e delusioni

27 marzo 2016 | News | di marcello | 0 Commenti

Premettiamo che siamo Ufficiali ed Agenti della Polizia Locale, in servizio nei Comuni d’Italia, dal Nord al Sud e che non rappresentiamo alcun sindacato.

Siamo semplicemente delle persone unite dal comune “sogno” di poter vedere finalmente realizzata una riforma organica e strutturale, che veda la luce dopo 30 anni dalla Legge del 7 MARZO 1986 n. 65,Legge quadro sull’ordinamento della Polizia Municipale.
Per farlo, abbiamo costituito sui social network un gruppo che si chiama “IL FUORI CORO” proprio perché le nostre voci vogliono andare al di là, nel pieno rispetto della legge….. come disse Bertrand Russell: “non smettete mai di protestare, non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Siate il peso che inclina il piano. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.” Ecco, queste parole sono la nostra forza, l’energia che ci sostiene e da cui attingiamo vitalità.
Il “FUORI CORO” è scevro da condizionamenti ideologici e da logiche sindacali dettate da opportunismi e lotte per accaparrarsi numero di tessere ed è nato con la ferma volontà di diffondere una identità e promuovere un senso di appartenenza tra tutti i 60.000 operatori della Polizia Locale d’Italia.
Corre l’obbligo di constatare amaramente che oramai da mesi è in atto una campagna denigratoria e diffamatoria, in alcuni casi, nei confronti della Polizia Locale d’Italia volta a “distruggere” a “cancellare” l’immagine di 60.000 poliziotti locali, ma non solo, oltremodo sembra quasi percepire che in taluni contesti e in talune situazioni l’operatore della Polizia Locale sia come un fantasma, una figura eterea, snobbato quando c’è da parlarne bene o addirittura indifferenza totale anche in presenza di fatti di cronaca gravissimi…Ma analizziamo….
Citiamo in ordine cronologico i fatti di Roma, Napoli, Messina, Brescia, Novara, Gallipoli, Piacenza, Torino, e altri ancora… un elenco interminabile di fatti di cronaca, conditi da centinaia di articoli di quotidiani (VIGLIACCHI DI STATO… siamo stati chiamati…) e programmi tv che hanno coinvolto, su vari fronti e su tematiche diverse, l’operato della Polizia Locale mettendo in rilievo una ricostruzione negativa e lesiva dell’immagine di noi uomini e donne che indossiamo una divisa a salvaguardia e tutela dei cittadini, del territorio e delle istituzioni, una ricostruzione spesso e volentieri effettuata con pressapochismo, scarsa conoscenza delle leggi e delle norme, poca professionalità (la stessa che giustamente si richiede a noi), ricostruzione degli eventi spesso fatta con la tecnica del copia e incolla… dove è finita la dignità e l’onorabilità del giornalista di un tempo?
Di dignità gli agenti e ufficiali della Polizia Locale d’Italia ne hanno a sufficienza è per questo motivo che quotidianamente svolgiamo gli innumerevoli compiti istituzionali senza indugio, consapevoli che al primo posto vengono gli interessi della collettività.
Compiti istituzionali che non saranno certamente sfuggiti alla vostra attenta analisi… e che doverosamente ricordiamo per onestà intellettuale e ricostruzione delle dinamiche di intervento delle Polizie. ..
La vecchia e classica figura del Vigile Urbano è in soffitta da anni da decenni, ora le metropoli, le città ma anche i piccoli centri urbani sono cambiati. La sicurezza urbana e il controllo del territorio sono diventate una priorità per tutte le amministrazioni locali. Sono cambiati i contesti rispetto al passato… I fenomeni criminosi si sono acuiti, le attività illegali sono aumentate, la maleducazione è aumentata, l’inciviltà è aumentata, l’immigrazione clandestina è aumentata… il tessuto urbano e sociale delle città in cui viviamo è cambiato…
In questo contesto la Polizia Locale al pari delle altre F.O. opera nei centri urbani occupandosi di una miriade di attività istituzionali: Polizia stradale (controlli di ogni genere, rilevazione di incidenti stradali, viabilità, ecc.), Polizia edilizia (controlli di polizia giudiziaria sul rispetto delle normative vigenti in materia di abusivismo urbanistico-edilizio), Polizia amministrativa (controlli sugli esercizi commerciali), poi ci occupiamo di tutela dell’ambiente (controllo veicoli abbandonati, discariche abusive, e tutta un’altra serie di attività correlate alla tutela del territorio), controllo e repressione, per il commercio esercitato in forma ambulante, di tutte le attività illecite correlate alla vendita di merce contraffatta e non (i venditori abusivi di origine extracomunitaria e/o comunitaria vedi ROM) a tal proposito visto il propagarsi del fenomeno dell’abusivismo commerciale (cinesi, africani, ROM, bengalesi, ecc.) sarebbe opportuno operare congiuntamente alle altre F.O. per reprimere un fenomeno che sta pian piano portando degrado nelle nostre belle città d’arte, sulle spiagge, località turistiche balneari, montane, lacustri, rendendole dei veri e propri suk.
Operiamo, senza alcuna tutela giuridico-contrattuale, nei campi ROM in molte situazioni di grave pericolo per l’incolumità degli operatori esposti a rischi enormi. Operiamo nei siti ove sbarcano i “migranti-clandestini-profughi”.
La Polizia Locale interviene molte volte in operazioni coordinate INTERFORZE unitamente a Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza per attività anche complesse sotto il profilo tecnico organizzativo.
La Polizia Locale possiede in alcune città d’Italia delle eccellenze e dei nuclei operativi all’avanguardia in materia di Polizia Stradale. Affianchiamo il personale sanitario nei TSO.
Ci prendiamo carico di mille segnalazioni che vengono fatte dai cittadini in merito financo alle più assurde richieste…
Poi il problema è che a parte la carenza di mezzi e strutture adeguate, siamo costretti ad operare in uno Stato in cui la certezza della pena è un optional per cui spesso e volentieri le nostre attività e l’efficacia delle nostre azioni (come quelle di P.S. C.C. ecc.) vengono vanificate dalla poco incisività e lentezza della macchina della giustizia, ma qui si apre un altro scenario. …
Ora vi renderete conto che la vecchia figura del “Vigile Urbano” intento a fare le multe non esiste più, oggi quell’aspetto è una parte di altre decine di attività istituzionali che la Polizia Locale svolge sul territorio a servizio della collettività e dei cittadini cercando di salvaguardare e tutelare l’interesse generale.
Ci occupiamo di microcriminalità, spaccio di droga, furti, scippi, rapine, prostituzione, reati compiuti da minori (per la maggior parte commessi da bambini – ragazzi di etnia ROM).
Le Procure della Repubblica sparse sul territorio nazionale delegano alla Polizia Locale una miriade di indagini su disparate materie assorbendo molto personale in queste attività di Polizia Giudiziaria, da ultimo citiamo la più grande operazione investigativa della Polizia Locale di Rimini denominata Kebab Connection 1 e 2 che ha portato all’arresto di 87 nordafricani di varia provenienza dediti allo spaccio di droga nel litorale e nelle provincie di Ravenna e Forlí oltre che Cesena, impiegati nella maxi operazione 115 uomini della P.L., l’intera indagine ha necessitato di diversi mesi ed è stata suddivisa in due capitoli con 69 linee intercettate e 50.000 conversazioni telefoniche raccolte e tante altre attività di Polizia Giudiziaria, ma di tutto questo non è stata trovata traccia in nessun quotidiano o TG nazionale solo cronaca locale; citiamo altresì la lunga attività di indagine della Polizia Locale di Roma Capitale durata ben 3 anni e che ha portato all’arresto del “Pappone di Craiova”, boss romeno di origine ROM specializzato nello sfruttamento della prostituzione di giovani ragazze provenienti dalla Romania fatte emigrare con l’illusione di una casa, un lavoro, dei guadagni e poi schiavizzate, violentate e umiliate, una indagine articolata e complessa fatta di appostamenti e intercettazioni, anche in questo caso solo un articolo di cronaca di Romatoday.it e nulla più….http://www.romatoday.it/cronaca/arresto-pappone-craiova-prostituzione.html
Ma la ciliegina sulla torta in fatto di silenzi è la peggiore di tutte… un silenzio che è assordante, che pesa come un macigno sulle responsabilità dell’informazione, un fatto di cronaca anch’esso relegato in un quotidiano locale di Novara, una immane drammatica sciagura trascurata da ogni Telegiornale e quotidiano di rilevanza, né RAI né Mediaset né La 7 né SKY nessuno… neanche un trafiletto sui grandi quotidiani troppo occupati ed interessati ad altro… cosa vuoi che interessi se una donna di 45 anni in forza alla Polizia Locale di Novara, coniugata e madre di due figli di 10 e 14 anni, è stata travolta ed uccisa mentre regolava il traffico sulla tangenziale di Novara a seguito di un incidente stradale a causa di un Tir uscito dalla carreggiata, falciata dal sopraggiungere di un autoveicolo… SARA GAMBARO non potrà più abbracciare i suoi cari, i piccolini non avranno più la loro mamma… ma naturalmente non era degna di attenzione questa tragica notizia… cosa vuoi che importi della vita di un poliziotto locale? INDIFFERENZA questo il “reato” contestato all’informazione, bravi a parlarne del Poliziotto Locale quando c’è da denigrare ma assenti nel parlarne quando è da encomiare o quando c’è dadiffondere la notizia di una tragedia.http://www.lastampa.it/2016/02/19/edizioni/novara/incidente-sulla-tangenziale-di-novara-vigilessa-in-servizio-muore-investita-a7d2M9rLYOuCsWeUnlju0L/pagina.html
A questo si accompagna il disagio e l’arrabbiatura di dover ogni giorno lavorare sottoposti a questo stillicidio mediatico che infervora in modo negativo e spregiativo i cittadini, a cosa èfinalizzato tutto ciò?
Ma torniamo a raccontare dei compiti istituzionali dei poliziotti locali, parlando di Polizia Stradale forse sfugge il fatto che la Polizia Municipale pur essendomenzionata per ultima alla lettera E dell’articolo 12 del Codice della Strada, riveste in materia di prevenzione ed educazione stradale un ruolo esclusivo nei centri urbani, svolgere le funzioni e le mansioni di Agente di Polizia Stradale, rende orgogliosi per il semplice motivo che la sicurezza stradale è materia assai delicata e sensibile. Appare superfluo soffermarsi sui numeri e sulle stragi che ogni giorno si consumano sulle strade, numeri di gran lunga superiori a quelli connessi a eventi delittuosi, a prescindere dalla tipologia della stessa.

Ma vorremmo, almeno questo è l’intento, spiegare l’importanza di un corretto rilievo di sinistro stradale per cui occorre grande preparazione, impegno e concentrazione. Provate ad immaginare le vittime, o i familiari delle vittime, di un sinistro con gravi conseguenze, adesso provate ad immaginare le conseguenze di un rilievo errato, conseguenze che potrebbero negare ogni pretesa di diritto di giustizia o di risarcimento alle suddette vittime. Vi assicuriamo che basta un piccolissimo errore e l’intera dinamica viene distorta.

Ma non solo, vorremo anche provare ad illustrare il grande ruolo che la Polizia Locale riveste in tema di sicurezza integrata e forse anche a far capire che anche gli Agenti/Ufficiali appartenenti a quest’ultima sono addestrati, determinati e “pronti a mettere in pericolo la propria vita per difendervi”. A tal proposito i tantissimi caduti in servizio o rimasti gravemente feriti, oltre alle tantissime vittime di aggressioni , sono innegabili testimonianze a supporto di tale affermazione. Con questa nostra vogliamo anche portare a conoscenza di un piccolissimo dettaglio: per questi caduti, feriti e aggrediti lo Stato non riserva nessun onore, tutela o riconoscimento perché figli di un Dio minore e il fatto che tale circolare li inviti ad una maggiore collaborazione assume il sapore di beffa.
Se ci è concesso, vorremmo anche illustrare, in sintesi, l’attuale quadro normativo che disciplina la Polizia Locale e tutto il sistema di sicurezza integrato tanto invocato dal Capo della Polizia Dott. Pansa.

In tutte le città, infatti, sempre più spesso i cittadini si rivolgono alle amministrazioni locali, e sempre meno alle istituzioni nazionali, nel chiedere più sicurezza; ci si chiede inoltre anche con dibattiti aperti, se la percezione di insicurezza dei cittadini, e la conseguente domanda di sicurezza, sia dovuto più ad una sensazione alimentata da una concausa di elementi, ovvero sia dovuto ad un reale aumento di tutti quegli episodi illeciti e di microcriminalità configuranti veri e propri reati.
I tanti fatti criminali, così come riportato dalla cronache cittadine e locali, lasciano pensare che, oltre alla aumentata percezione di insicurezza soggettiva, legata anche al mutare della società, ci sia forse un reale problema di sicurezza oggettiva che andrebbe affrontato con misure incisive da parte del Governo.
Per quanto le Istituzioni, centrali e periferiche, tendano a smorzare la portata di tali episodi, criminalità diffusa (che, si badi bene, non significa forme di criminalità allarmanti per gravità dei singoli reati, quanto per diffusione sul territorio, persistenza e frequenza) e micro-criminalità sono ormai normale routine e non si può più nicchiare davanti a le legittime richieste di maggiori controlli, imputando al degrado ed alla inciviltà la paura di essere le prossime potenziali vittime, ma bisognerebbe piuttosto prendere atto della realtà e intervenire in merito.
La combinazione di fattori quali la congiuntura economica, il flusso migratorio in costante aumento, la gravissima carenza dell’intero sistema giudiziario, la mancanza totale della certezza della pena da un lato, e i continui tagli lineari al comparto sicurezza dall’altro, hanno contribuito ad aggravare pesantemente il quadro già di per sé problematico. Su quest’ultimo punto, il caso dell’Audi gialla con a bordo tre criminali che hanno tenuto in scacco il nord-est, risulta alquanto emblematico.
Altro aspetto da non sottovalutare, che indubbiamente porterebbe un beneficio, riguarda i limiti legislativi che le autonomie locali oggi hanno.
Rafforzare il potere delle amministrazioni locali, anche tramite un incremento del potere sindacale attraverso le ordinanze, unitamente allo scorporo delle voci di bilancio per le spese del settore sicurezza, ivi compresa la possibilità di rafforzare gli organici delle Polizie Locali, e ad un maggiore riconoscimento del ruolo svolto dalle Polizie Locali nel contrasto alla microcriminalità, “sempre più considerate di serie C dal Governo rispetto alle altre forze dell’ordine” –secondo il sindaco di Catania e Presidente del Consiglio nazionale Anci Enzo Bianco – aiuterebbe a sgravare le forze di Polizia dello Stato (dal rilievo degli incidenti, al contrasto alla microcriminalità) ed a rafforzare quel sistema integrato di sicurezza che vede coinvolti più attori (dalle forze di polizia alle associazioni culturali, passando per le amministrazioni locali e i loro Corpi di polizia locale). Purtroppo, si constata l’opposta direzione intrapresa dall’attuale Governo se consideriamo le ultime disposizioni normative che incidono pesantemente e negativamente sulla gestione della P.L., come le leggi 190/2014 e 125/2015 che rendono impossibile qualsiasi assunzione di agenti di P.L. fino a totale esaurimento della graduatoria per il collocamento degli esuberi provinciali . Da ciò consegue l’impossibilità per i Comandi di potenziare i servizi, soprattutto quelli notturni, a causa della grave carenza organica patita; negli ultimi 5/6 anni mediamente i Comandi hanno visto ridotte del 25-30% le risorse umane. Paradossalmente, di contro, per gli altri settori degli Enti, le assunzioni, nel rispetto del turn over, risultano essere possibili.
Allo stato attuale, Sindaci e amministratori locali pagano colpe spesso non loro. Ovviamente, a causa di un quadro normativo lacunoso e vetusto che disciplina la Polizia Locale (in seguito P.L.), a farne le spese e ad essere oggetto di pesanti critiche è proprio quest’ultima, ritenuta diretta responsabile di mancati interventi dovuti a mancanza di volontà, se non addirittura codardia, ignorando il fatto che simili interventi esulano dalla volontà dei singoli agenti, i quali sono obbligati ad osservare le disposizioni di servizio e le direttive di indirizzo impartite dai rispettivi Comandi di appartenenza.
Con un quadro normativo che disciplina la P.L. vecchio di trent’anni , appare evidente l’impossibilità di rispondere con efficienza ed efficacia alle esigenze dei cittadini, mutate unitamente alla realtà sociale; ciò nonostante l’innegabile apporto in termini di interventi e di obiettivi che negli anni, nel tentativo di tenere il passo, la Polizia Locale è stata chiamata a svolgere e perseguire.
Tale legge, a giudizio unanime lacunosa, vetusta e poco chiara, pur mutando la definizione da Vigili Urbani a Polizia Locale/Municipale, ha lasciato fuori dal comparto sicurezza la stessa P.L. senza neanche la previsione di un comparto separato all’interno degli Enti Locali. In termini di legge, un Ufficiale/Agente di P.L. è un dipendente dell’Ente investito della qualifica di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza, quest’ultima con funzioni ausiliarie. Nell’esercizio delle proprie funzioni, a seconda delle esigenze congiunturali, viene chiamato a svolgere le mansioni proprie degli appartenenti alle Forze di Polizia dello Stato pur essendo considerato dal Governo un impiegato semplice. A titolo esemplificativo, per far capire la grave disparità di trattamento rispetto agli uomini appartenenti alle altre forze di polizia, possiamo citare l’ennesimo schiaffo che l’attuale Governo ha riservato ai 60.000 operatori di P.L, ossia il bonus di € 80,00, di cui all’art. 1 comma 972 della legge di stabilità, in favore degli appartenenti alle Forze di Polizia dello Stato, ai Vigili del Fuoco, alle Capitanerie di Porto, alle Forze Armate, ai volontari della Croce Rossa, ecc., impegnati a vario titolo al potenziamento del controllo del territorio disposto a seguito degli attentati terroristici di Parigi, ma che vede esclusi proprio gli uomini e le donne della P.L. nonostante siano la prima Polizia di Prossimità in termini numerici. Ma non bisogna dimenticare che l’articolo 6 del Decreto Legge 201/2011- c.d. Salva Italia – ha tolto agli appartenenti alla P.L. gli istituti della causa di servizio, equo indennizzo e pensione privilegiata, per cui, se due agenti, uno della P.L e uno della Polizia di Stato fossero impegnati in uno dei tanti servizi congiunti ed a causa di un evento violento connesso al servizio stesso riportassero uguale infortunio, l’agente di P.L. rimarrebbe scoperto da qualsiasi tutela rischiando financo il licenziamento in caso di inidoneità alla mansione, mentre l’agente della Polizia di Stato vedrebbe riconosciute tutte le sacrosante e dovute tutele. Tanti oneri e pochi o nessun onore visto che l’agente di PS come tutti gli appartenenti alle forze di Polizia dello Stato, ha mantenuto la tutela di tali istituti.
Ma tale disparità, non riguarda solo la P.L. rispetto alle altre FF.OO., ma è altissima anche fra i vari Corpi e Comandi del territorio nazionale. Non si compie un azzardo nel momento in cui si definisce l’insieme normativo che disciplina la P.L. un assurdo giuridico che, di conseguenza, porta a diverse storture; una fra tutte è la spiccata diversificazione di trattamento, di dotazione strumentale e di formazione a secondo della Regione, Provincia o Città di appartenenza. Diversificazione che si manifesta anche, e soprattutto, nelle mansioni e nelle operatività dei vari Corpi. Per queste ragioni, vi sono Comandi organizzati e indirizzati dalle amministrazioni di riferimento al contrasto della microcriminalità con ottimi risultati in termini di interventi e operazioni (si pensi al Comando di P.L. Milano , ovvero al Comando di P.L. di Rimini che, con l’operazione denominata “Kebab Connection”, sopra citata, durata mesi di indagine con appostamenti, intercettazioni ambientali e telefoniche, ha eseguito 57 arresti, in ottemperanza all’ordine di custodia cautelare in carcere, e sequestrato vari quantitativi di droga e armi ), e Comandi organizzati e indirizzati a svolgere le mansioni prettamente amministrative espressamente previste dalla legge, privilegiando, magari, quelle attività sanzionatorie che, visti i continui tagli del Governo Centrale, male non fanno.
Questa diversificazione operativa è anche figlia della scarsa chiarezza della L. 65/86 cui prima si accennava e che, oltre alle problematiche fin qui enunciate, pone in capo alle amministrazioni locali – a norma dell’art. 2 che recita testualmente: “Il sindaco o l’assessore da lui delegato, nell’esercizio delle funzioni di cui al precedente articolo 1, impartisce le direttive, vigila sull’espletamento del servizio e adotta i provvedimenti previsti dalle leggi e dai regolamenti”- un grandissimo potere di indirizzo sulle PP.LL., come è giusto che sia, ma che spesso e volentieri risulta essere una vera e propria ingerenza che finisce per ledere quel principio di autonomia operativa della P.L. previsto dalla legge. Così come le nomine dei Comandanti di Polizia Locale che spesso avvengono ex art. 110 TUEL e che vedono alla guida dei Corpi anche persone che non hanno prestato un solo giorno di sevizio in divisa e pertanto mancano della necessaria esperienza specifica. Inoltre, a riprova della scarsa chiarezza, basti pensare che per dissipare il dubbio sulla competenza materiale della qualifica di polizia giudiziaria attribuita agli Ufficiali/Agenti di P.L., è dovuta intervenire più volte la Cassazione che, con le varie sentenze in materia, ha chiarito la competenza piena per tutte le fattispecie di reato previste dal codice penale.
A conferma del fatto che la P.L è attore indispensabile nel garantire la sicurezza urbana e una civile convivenza, anche quando interviene in sostituzione, in appoggio o per sgravare (come per i rilievi degli incidenti) le forze di Polizia dello Stato, riportiamo sinteticamente gli ultimi dati Anci sull’attività delle Polizie Locali:
“Nel solo 2014, grazie alla polizia locale, stando alle 161 grandi e medie città e ai corrispondenti 21.000.000 di italiani oggetto del rapporto, si sono prodotti servizi e sicurezza per 1.300 arresti, 211.000 indagini di polizia giudiziaria, 154.000 incidenti rilevati, 4.500 scuole oggetto di corsi di educazione stradale, 40.300 patenti e carte di circolazione sequestrate, 268.000 controlli ambientali e commerciali, 245.000 attività di pubblica sicurezza e sicurezza urbana […] ”.
Leggendo tali dati, risulta ancor più incomprensibile la ritrosia dei vari Governi, e in misura ancora maggiore dell’attuale, a riformare questo settore aggiornando ai tempi odierni anche i compiti e le mansioni della P.L., prevedendo, altresì, la possibilità per gli Enti Locali di procedere con le dovute assunzioni atte a ricompensare le gravi carenze organiche.
Una riforma della legge 65/1986, legge quadro che disciplina la Polizia Locale, è quanto mai necessaria.
Se consideriamo che la P.L. non ha accesso alle banche dati CED del Ministero quali: SDI, AFIS, ecc., i dati sopra riportati acquistano una valenza ancora maggiore. Il non poter accedere a tali banche dati, fa sì che la P.L non ha la possibilità di controllare i precedenti di una persona, non può verificare se il soggetto che si sta controllando sia un pericoloso criminale, un evaso, un ricercato, ecc., o magari, più semplicemente, se si ha a che fare con un soggetto in regime di custodia cautelare come gli arresti domiciliari o obblighi di dimora. O ancora, se a seguito di un incidente, i conducenti coinvolti abbiano o meno precedenti specifici per guida in stato di ebrezza o sotto l’effetto di stupefacenti. Si pensi alle indagini delegate dalla Magistratura condotte senza l’ausilio delle banche dati, oppure al semplice dato riguardante i controlli stradali (in gergo posti di blocco) effettuati nelle aree urbane che vedono la P.L. al primo posto, è facilmente immaginabile l’alta percentuale di casi in cui il soggetto con a carico pendenze, abbia ringraziato, salutato e ingranato la marcia verso nuove scorribande, però, magari una qualche sanzione gli sarà stata comminata. Anche sostituti Procuratori si sono espressi in materia invocando l’accesso alle banche dati anche alla P.L.
Se foste un imprenditore, fareste lavorare buona parte dei vostri lavoratori, in forma e produttivi, con gli occhi bendati e con gli strumenti di lavoro non utilizzabili perché sotto chiave?
Per tali logiche motivazioni, una riforma seria e radicale, non può che giovare al cittadino, infatti, tutte le persone interpellate e a cui è stato spiegato l’attuale ordinamento, si sono dichiarate favorevoli ad una riforma. Una riforma radicale è non più procrastinabile anche per restituire dignità e tutele agli uomini e alle donne che vestono tale divisa, uomini e donne che troppo spesso sono state vittime di campagne mediatiche prive di scrupoli.
Come accennato prima, la Polizia Locale non gode di nessuna tutela assistenziale riconosciuta alle altre forze di Polizia dello Stato. E se è innegabile l’impegno profuso dagli operatori di P.L. nel compartecipare alla sicurezza delle città, è altrettanto vero che non si può negare a quest’ultimi le tutele e le protezioni previste per gli appartenenti al comparto sicurezza. La P.L. risulta essere la terza divisa maggiormente aggredita[10], con centinaia di agenti che a seguito delle quali ha dovuto ricorrere alle cure mediche. Le aggressioni ormai si registrano ogni giorno. Sapere di dover contare su se stessi in caso di infortunio grave, perché la legge non ti riconosce più la causa di servizio, è davvero demoralizzante. A ciò si aggiunga anche la diversa posizione pensionistica. In estrema sintesi: pagati e riconosciuti come amministrativi ma usati come poliziotti.
Tutto questo è POLIZIA LOCALE d’ITALIA abbandonati e dimenticati dalle Istituzioni, beffati, scherniti dalla stampa e TV, malvisti dai cittadini che scaricano la loro rabbia repressacausata dalla crisi e dalla cattiva amministrazione delle città.
Comunque, io speriamo che me la cavo (cit.)

IL FUORI CORO
Alberto Largiader (Grosseto)
Alessandra De Angelis (Roma)
Alice Balcan (Vimercate – MI)
Andrea Alberti (Fiorenzuola d’Arda – PC¬)
Angelo Palillo (Agrigento)
Angelo Tedde (Sassari)
Anita Canale (Milano)
Antonella Marucci (Agrigento)
Antonella Morandi (Uboldo – VA)
Antonello Maiuri (Mazzano Romano – RM)
Antonino Mammana (Scicli – RG)
Antonio Dalò (Toscolano Maderno – BS)
Antonio Denaro (Parma)
Antonio Quagliata (Agrigento)
Antonio Telesca (Origgio – VA)
Attilio Marconetti (Lodi)
Bachisio Lai (Oschiri – OT)
Barbara Cerqua (Roma)
Barbara Valeri (Roma)
Carlo Gugliotta (Modica – RG)
Cinzia Lanciotti (Roma)
Claudio Provenzano (Tuglie – LE)
Cristiano Curti Giardina (Napoli)
Cristiano Giambrone (Torino)
Daniela Palmieri (Roma)
Domenico Angelelli (Galatina – LE)
Domenico Ligato (Latina)
Edo Malcesi (Bari)
Emanuele Lolicata (Palazzolo Acreide – ¬SR)
Emiliano Nacar (Portici – NA)
Eros Zalambani (Cervia – RA)
Ettore Lupi (Ospitaletto – BS)
F. Rita Tumminelli (Gela – CL)
Federico Sallusto (Portici – NA)
Filippo Monica (Parma)
Francesco Ferronetti (Napoli)
Francesco Lazzari (Roma)
Francesco Rapa (Agrigento)
Francesco Russo (Parabiago – MI)
Francesco Trigili (Buccheri – SR)
Franco Abelardo (Tramutola – PZ)
Fulvio Riccardo Platania (Milano)
Giampaolo Bassetti (Ostellato – FE)
Gianfranco Piccolantonio (Molfetta – BA)
Gian Maria Rossetti (Noceto – PR)
Gianni Velardita (Aidone – EN)
Giorgio Galli (Uboldo – VA)
Giorgio Mazzi (Viterbo)
Giorgio Vignaroli (Ladispoli – RM)
Giovanna Dominioni (Viterbo)
Giovanni Galleri (Corsico – MI)
Giovanni Iannello Leone (Santa Venerina – CT)
Giuseppe Arlia (Terni)
Giuseppe Ciasullo (Prato)
Giuseppe Giannattasio (Alto Reno Terme – BO)
Giuseppe Parisi (Gallipoli – LE)
Giuseppe Talluto (Caltanissetta)
Giusi Bisconti (Belmonte Mezzagno – PA)
Grazia Berardino (Roma)
Ignazio Agati (Palermo)
Ignazio Bonomo (Modica – RG)
Iolanda Ferraro (Corsico – MI)
Laura Ferri (Misano Adriatico – RN)
Laura Loreti (Roma)
Laura Sarrocchi (Roma)
Luca Cicalese (Salerno)
Luca Gualtieri (Milano)
Luca Iuculano (Parma)
Lucia Giugno (Pozzallo – RG)
Lucia Grosso (Veglie – LE)
Luciano Cioni (San Miniato – Pisa)
Lucio Solimene (Avellino)
Luigi Reccia (Napoli)
MaksimSpiller (Fagnano Olona VA)
Marcello Massari (Milano)
Marcello Scivoletto (Modica – RG)
Marco Iavazzo (Roma)
Marco Zana (Montichiari – BS)
Maria Rosa Liuzzo (Uboldo – VA)
Maria Stella Avola (Barrafranca – EN)
Marilina Vitale Frattamaggiore (Na)
Marina Marcelli (Roma)
Mario Negri (Castelnuovo di Porto – RM)
Mary Scalese (Galatina – LE)
Massimo Castagna (Bolano – SP)
Maurizio Bartuccio (Fonte – TV)
Melania Cartei (Firenze)
Michela Montalto (Roma)
Michele Di Giacomo (San Salvo – CH)
Michele Petrone (Tramutola – PZ)
Monica Clava (Roma)
Nanni Giovanni Nateri (Quartucciu – CA)
Nicola Perra (Cagliari)
Nicola Vazzaz (Bologna)
Ornella Cuomo (Roma)
Pasquale D’Ascoli (Napoli)
Pasquina Dima (Brindisi)
Raffaele Stillitano (Vibo Valentia)
Roberto Caruso (Cosenza)
Roberto Punzili (Roma)
Roberto Sarrocco (Nettuno -RM)
Roberto Scipioni (Rimini)
Rossella Polidoro (Roma)
Sabrina Mipelli (Roma)
Serena Milan (Casier – TV)
Sergio Terzetti (Godiasco Salice Terme – PV)
Silvia Lepore (Roma)
Silvia Mazzarella (Roma)
Simona Savarelli (Livorno)
Stefano Di Maria (Rho – MI)
Simone Leoncini (Parma)
Stefano Pitarresi (Milano)
Stefano Ramponi (Sommacampagna – VR)
Stefano Rossetti (Viterbo)
Valerio Carrozzo (Trepuzzi – LE)
Vincenzo Cristiano (Livorno)
Vincenzo Di Paolo (L’Aquila)
Vincenzo Intartaglia (Procida – NA)
Vito Bellomo (Bari)
Viviana Aquilino (Roma)
Volodia Pellegrini (Montegrotto Terme – PD)
ilfuoricoro@libero.it

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